La Ragazza di Fuoco: arrivano le prime recensioni italiane

Lo staff di ScreenWEEK e BadTaste ha avuto l’opportunità di vedere La Ragazza di Fuoco all’anteprima stampa che si è tenuta il 14 novembre durante il Festival Internazionale del Film di Roma. Leggiamo insieme le loro recensioni (rigorosamente senza spoiler) sul film.

Hunger Games – La Ragazza di Fuoco è la naturale evoluzione del primo capitolo della saga. I creatori hanno mantenuto tutti gli elementi positivi di Hunger Games, integrandoli con una maggiore dose di azione e una CG convincente grazie al budget più elevato. Un adattamento molto fedele che sorprenderà il pubblico ed entusiasmerà i fan.

[…] La vera forza del film è però la qualità dell’adattamento del romanzo di partenza. È allo stesso tempo uno dei più fedeli mai realizzati, e i fan impazziranno per questo, ma è perfetto anche per chi non conosce bene i meccanismi della saga. La Ragazza di Fuoco ha ritmo, azione, sentimento, anima e cuore. Non c’è un attimo di respiro, sia nella prima parte dove la tensione drammatica è in crescita costante, sia nella seconda dove ancora una volta lo spettatore entra nell’arena insieme a Katniss e ai suoi protagonisti. Non sono praticamente arrivate immagini dell’ultima ora di pellicola, e chi non ha letto il libro non sa davvero cosa aspettarsi dalle nuove sadiche trappole degli strateghi fino allo scioccante finale. In ogni caso tutti, fan e non, si ritrovano ad avere la massima empatia nei confronti dei protagonisti, conosciuti e nuovi, come l’incredibile Johanna Mason (Jena Malone) e Finnick Odair (Sam Claflin).

Continuate a leggere la recensione di ScreenWEEK e le impressioni sul film a questo indirizzo.

Ecco, invece, un estratto dalla recensione di BadTaste (la trovate tutta qui).

Hunger Games: la Ragazza di Fuoco da un lato prende le distanze dal primo film (sul piano stilistico, degli scenari e quindi anche del budget coinvolto), dall’altro ne sviluppa e amplia la storia, le tematiche e i personaggi, approfondendo alcuni aspetti che nel primo episodio erano stati (volutamente o necessariamente) messi da parte. Francis Lawrence, che si occuperà anche dei due episodi successivi, fa suo il franchise e decide di non seguire pedissequamente le scelte stilistiche di Ross (addio camera a mano e dettagli, insomma). Con il ritmo serrato dettato dalla solida sceneggiatura di Simon Beaufoy e Michael Arndt, Lawrence dirige la pellicola in maniera convenzionale, valorizzando i vari aspetti produttivi (costumi, scenografie, effetti speciali) e concentrandosi sull’azione e le interpretazioni.

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