Dopo aver completato anche la seconda visione del film, siamo pronti per condividere con voi le nostre impressioni su Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1. Leggete la nostra recensione del film nell’articolo.
Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1 e il suo predecessore, La Ragazza di Fuoco, sempre diretto da Francis Lawrence, sono due film uguali, ma diversi. Non c’è antitesi migliore per descrivere l’ultimo capitolo della saga. Uguali, perché ancora una volta troviamo una trasposizione che più fedele di così non avrebbe potuto essere (con dialoghi e battute prese in prestito direttamente dal libro “Ecco, amici miei, come muore una rivoluzione”, “Rimettere insieme i pezzi richiede dieci volte il tempo che serve per crollare” e tante altre); diversa perché l’atmosfera e il tono generale è cambiato radicalmente. Banalmente si può dire che mancano gli Hunger Games del titolo, che l’ambientazione è differente, che è un film più introverso e “psicologico” dei primi due episodi.
Un film più cupo, certo, forse più lento a detta di alcuni. I non lettori potrebbero aver notato una certa lentezza e scarsità di azione, ma questo è esattamente ciò che ci piace. Hunger Games non è un semplice blockbuster che per attrarre spettatori fa uso del sensazionalismo, aggiunta di scene d’azione del tutto inutili, esasperazione della violenza, è un film che punta sulla riflessione, su cosa significhi una guerra a livello personale, su come una persona riesca a gestire nel profondo il carico emotivo di essere il volto della ribellione, colei che smuove le masse e tutto ciò che questo può comportare.
Katniss è sola, divisa da un muro invalicabile rispetto al resto del mondo. È in un posto oscuro, che neanche la presenza di Gale riesce a illuminare. È sopravvissuta ai giochi, la sua famiglia è stata tratta miracolosamente in salvo, ma niente va come dovrebbe. Peeta è stato preso prigioniero e lentamente assistiamo al suo graduale deterioramento, fisico e interiore. La sua perdita di lucidità si riflette in modo impressionante sul colore e sul taglio dei suoi abiti, dal bianco passiamo al nero e al grigio, da cravatte che assomigliano a lame, a colletti che sembrano sul punto di strozzarlo. Katniss e Peeta sono separati dallo schermo di un televisore, lontani migliaia di chilometri. Distanti, sì, ma anche molto vicini. Sono due armi usate, infatti, per lo stesso scopo, due vincitori che si affrontano da due schieramenti politici e militari opposti; in questa guerra che in realtà non è altro che una grande campagna di propaganda televisiva e mediatica, assoluta ed efficace.
Se non possiamo negare il fatto che Katniss regge sulle proprie spalle l’intero peso emotivo del film (essendo Jennifer protagonista delle maggiori scene drammatiche) è anche vero che l’apporto dato dagli altri personaggi è fondamentale per dare ritmo e varietà al film. Non era facile gestire la quantità di personaggi che in questo film assumono un ruolo importante e dare loro il giusto spazio.
C’era molta attesa per i personaggi della Presidente Alma Coin e del suo braccio destro Plutarch (già presente ne La Ragazza di Fuoco, ma calato in un ruolo completamente diverso) e quello che abbiamo visto è stato all’altezza delle aspettative. Rispetto al libro, narrato dal punto di vista di Katniss e per questo spesso limitante verso la possibilità di approfondire e dare spessore ai personaggi “secondari”, sono stati ideati per la versione cinematografica dei dialoghi inediti tra Plutarch e Coin. I personaggi acquistano forma e personalità e le loro relazioni si fanno più chiare. Nonostante entrambi perseguano lo stesso obiettivo, non potrebbero esistere due personaggi più diversi. Alma Coin appare come una donna risoluta, non disposta a perdere tempo in chiacchiere e determinata a risparmiare fiato allo stesso modo in cui raziona le provviste del Distretto 13 (ricorderete sicuramente il brillante scambio di battute con Plutarch, nel quale l’ex capo stratega chiede alla Presidente di essere più espansiva al fine di coinvolgere maggiormente i suoi cittadini nella ribellione). Plutarch, al contrario, basa tutta la propaganda di guerra sulla capacità di persuasione e di controllo delle masse, nella convinzione che tutte le armi e le tecnologie del 13 a nulla servono se non supportate da un popolo motivato a combattere per una giusta causa. E forse la giusta causa non è poi così interessante ai suoi occhi come lo è la possibilità di essere ricordato e di fare la storia (“This is history”, lo sentiamo dire).
Il film tratta temi importanti e non c’è tempo per abbandonarsi alle risate. Tuttavia, quando questo avviene lo spettatore riesce a dimenticarsi per un attimo la devastazione a cui ha appena assistito e godersi a pieno il momento. Ed è Effie la protagonista delle scene più divertenti del film.
Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che la scelta di espandere il suo ruolo si è rivelata quanto mai azzeccata. Vederla intenta nello sforzo di conservare la sua dignità e originalità nel grigio Distretto 13, intenta a preoccuparsi di look e vestiti mentre fuori la ribellione incalza, sentirla definirsi “rifugiata politica” produce un effetto tutt’altro che stridente. Effie non è fuori luogo come potrebbe sembrare. È esattamente nel posto in cui dovrebbe essere: nel tetro rifugio sotterraneo a portare spensieratezza e leggerezza in un clima troppo spesso carico di tensione. In una parola, la sua introduzione in questo film è stata GENIALE.
Ritroviamo ancora una volta Haymitch nella figura del mentore, questa volta costretto a dividere il ruolo con il nuovo arrivato Boggs. Come sappiamo dalla lettura dei libri, anche il personaggio di Boggs si configurerà come una sorta di mentore e protettore di Katniss. Si comincia a intravedere questa sua funzione, anche se non è ancora del tutto visibile in questo film.
Probabilmente un po’ in ombra è stato il personaggio di Finnick, il quale non scambia con la protagonista più di un paio di battute. E forse il Finnick del libro, distrutto, debole, in lenta ripresa, ci è mancato. Ma ripetiamo: non era facile dare il giusto spazio a tutti.
[SPOILER] Di una tenerezza e palpabile dolcezza sono arricchite tutte le scene con Prim, soprattutto per tutti coloro che conoscono il destino al quale la sorella sta andando incontro.
RIMANDI E RICHIAMI
Di enorme soddisfazione per chi ha seguito la saga fin dall’inizio sono i rimandi e richiami ai film o libri precedenti.
- Toccante è la frase di Cinna (“I’m still betting on you”), pronunciata ne La Ragazza di Fuoco e riproposta in questo film sugli schizzi che lo stilista ha realizzato prima della sua morte. Lo stesso gesto di appuntare sul petto di Katniss la spilla della ghiandaia imitatrice è questa volta affidato a Effie, che sembra ereditare idealmente il suo ruolo.
- Si insiste parecchio su un oggetto che Katniss tiene tra le mani e che sembra confortarla nei momenti più bui: si tratta ovviamente della perla che Peeta le aveva dato sulla spiaggia dell’Arena.
- Un altro oggetto dall’importanza rilevante è la corda che Finnick porta sempre con sé. I nodi si fanno sempre più complicati nelle scene di maggiore tensione, come quella in cui attendono il ritorno della squadra di salvataggio.
- Avrete certamente notato che le parole scelte da Snow per richiamare i cittadini all’ordine e intimare loro di cessare le proteste sono esattamente le stesse usate nel primo teaser, rilasciato online come parte della campagna promozionale del film. Il Presidente, infatti, parla di Capitol City come del cuore pulsante di Panem e del patto tra la capitale e i Distretti, gli uni impegnati a sostenere l’altra con i frutti del loro duro lavoro in cambio di protezione e sicurezza. Anche il video di propaganda dei ribelli (Join the Mockingjay, Join the Fight) richiama i teaser che ci sono stati mostrati prima dell’uscita del film. Ritroviamo un’interferenza simile a quella di Beetee nel teaser Unity anche nell’ultima intervista di Peeta (quando la trasmissione del suo messaggio ai cittadini viene interrotta dalla canzone dell’Albero degli Impiccati di Katniss).
- Nel secondo film, avevamo lasciato la nipotina del Presidente che mostrava orgogliosa la sua treccia “in stile Katniss” al nonno. Qui la troviamo disfarsi quella stessa treccia, decisamente più intimorita dalle minacce del nonno e più consapevole della gravità della situazione fuori dal palazzo reale. Anche la madre e la sorella di Katniss hanno spesso i capelli acconciati a treccia (si nota in particolare nella loro prima scena subito dopo che Katniss torna dall’infermeria).
- Alla fine del film, sentiamo la Presidente Coin annunciare: “Oggi abbiamo liberato i vincitori, domani Panem”. E questo non fa altro che portarci alla mente un parallelismo con il motto del Presidente Snow, emblema di Capitol City: “Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre”. Che due Presidenti non siano altro che due facce della stessa identica medaglia?
- A chi non fosse rimasto fino alla fine dei titoli di coda, diciamo in cosa consiste la sorpresa: si tratta della trasformazione del logo in quello dell’ultimo film, ovvero la Ghiandaia Imitatrice che spalanca le ali verso la libertà e rompe le catene.
- Ma è la colonna sonora il RICHIAMO per eccellenza a tutti gli altri film. Ritornano ne Il Canto della Rivolta le principali melodie che ci hanno accompagnato nei precedenti film, come Katniss, The Tour, Arena Crumbles e tantissime altre. La musica sembra davvero fare da filo conduttore alla storia e ancora una volta James Newton Howard ci regala una score davvero indimenticabile e che sottolinea alla perfezione i momenti chiave del film. In Taunting The Cat abbiamo anche un collegamento con la melodia Yellow Flicker Beat di Lorde, per cui è facile associare la “luce gialla lampeggiante” del titolo e del gioco del Gatto Matto al personaggio di Peeta.
LE SCENE PIÙ RIUSCITE
La scena più toccante del film è senz’altro il momento in cui Katniss canta The Hanging Tree. Si temeva che potessero decidere di tradurla in italiano. Per fortuna, abbiamo potuto apprezzare la versione originale, un momento emozionante, potente, suggestivo, imponente che raggiunge il suo culmine quando da malinconica melodia si trasforma in un vero e proprio canto di battaglia.
Di grande impatto, è la scena del salvataggio di Peeta affiancata da un altro momento importante: le rivelazioni di Finnick sul Presidente Snow. Anche se personalmente troviamo che la scena in cui Finnick racconta la sua storia di vincitore dei Giochi sia uno dei momenti più riusciti della prima parte del libro, si rischiava di perdere nella versione cinematografica la potenza e la forza di questa scena. Affiancando il suo momento introspettivo a uno del tutto diverso, come quello della missione di salvataggio, fatto di azione e suspense, si riesce ad ottenere il giusto effetto e a dare la giusta importanza a entrambi i momenti (uno dei quali tra l’altro era stato decisamente sottovalutato nel libro).
La scena finale, preceduta dal tentativo di strangolamento da parte di Peeta, provoca una tale tensione, ansia, impazienza di vedere come andrà a finire, da far dimenticare a chi di noi ha letto il libro che, in realtà, sa benissimo come si conclude la storia. Ma per un attimo è come se ce ne fossimo dimenticati.
Per concludere, diciamo che non è possibile non amare la passione dimostrata da produttori, cast e regista verso il materiale che per primo ci ha emozionato. La loro devozione alle parole scritte da Suzanne Collins ci assicura che i libri vengano adattati sul grande schermo con tutta la cura e l’attenzione che gli avremmo dedicato noi, se la realizzazione del film fosse stata nelle nostre mani. Come avevamo già scritto in un precedente commento del trailer, non si tratta di mettere sotto la lente di ingrandimento scene, situazioni e personaggi, si tratta di capire se il film ha avuto la capacità di suscitare emozioni. E le emozioni che ci lascia Hunger Games: Il Canto della Rivolta sono veramente tante, così tante che non si può fare a meno di pensarci e ripensarci una volta usciti dal cinema, cantare e ricantare infinite volte la meravigliosa The Hanging Tree. E se un film riesce a scatenare tutto questo, allora vuol dire che ha fatto appieno il suo dovere.
Recensione spettacolare e dettagliata… Buon lavoro! Concordo con ogni vostra sottolineatura e leggendo ho potuto scoprine dettagli che non avevo notato nel film… Bravi! 🙂
Io ho sempre detto una cosa dopo visto il film….si è più lento,ma proprio perchè è più lenta di azione anche la metà del libro che ci viene rappresentata OTTIMAMENTE da Francis Lawrence!Ed ecco che può essere un motivo per cui potrebbe anche non dare piena soddisfazione a chi non ha letto i libri!Per quanto mi riguarda Francis Lawrence è riuscito a farci VEDERE un libro!Effie scelta azzeccatissima da quella piccola vena comica che non ha guastato!Il film è di grande preparazione al capitolo finale e fa respirare un grandissima ansia e tensione dall’inizio alla fine! Il Countdown è nuovamente ripartito……19 NOVEMBRE 2015…..
ho letto da qualche parte che forse dopo la seconda parte di Mockinjgay ne faranno un altro di film… è vero???
Ottima e dettagliatissima recensione, come sempre ovviamente!
Della scena che avete citato, quella dello strangolamento di Katniss da parte di Peeta, mi ha colpito la violenza con cui lui la prende e la sbatte contro il vetro e il pavimento, nettamente maggiore a come è descritto nel libro, a tratti mi ha quasi inquietata. Peeta è sempre stato il personaggio più puro e dolce, follemente innamorato, ed è spaventoso vedere come gli hanno tolto quello che amava di più e lo hanno trasformato in una vera e propria arma.
Concordo a pieno con voi Strateghi e idem con Angy.
Concordo su tutto.
@Aneeta: anche io ho sentito una cosa del genere in giro.. Ma chi sa? Non credo sia vera.. Ma se lo fosse.. Cosa dovremo aspettarci da questi geni? :3
E aggiungo che, nonostante abbia già visto due volte il film e stia x rivederlo x la terza volta qst settimana, posso ufficialmente dire che non ne ho mai abbastanza!!
Davvero vorrei vederlo e vederlo e rivederlo x qnt mi è piaciuto! Ed ogni volta ke lo rivedo apprezzo sempre meglio ogni singola scena e dettaglio ben curato di qst trasposizione davvero xfetta dal libro! Francis e tutto il cast nn ci hanno deluso e x noi fans di qst straordinaria saga è davvero uno splendido regalo!!
Ora nn ci resta che attendere cn immensa ansia e trepidazione il quarto e conclusivo capitolo e sò già che sarà una vera bomba!!
Concordo su tutto, o quasi. Mi spiego. Non mi è piaciuta la scena di The Hanging Tree, o meglio, il suo inizio. Il fatto che Katniss canti “a comando” , dopo la richiesta di un membro della sua squadra, non mi ha entusiasmato affatto, lho trovato poco “naturale” e spontaneo (quando ho letto il libro me l’aspettavo diversa). E un’altra cosa che non mi è piaciuta è il fatto che il discorso di Finnick non è stato ripreso “integro”, cioè si saltava dalla scena del salvataggio, a Finnick. Secondo me non ha dato la giusta importanza e rilevanza a ciò che stava dicendo. Per il resto tutto molto bello.
io adoro il vostro commento però voglio vedere in mockingjay part 2 la scena dell’armadio
ma quindi la seconda parte uscirà esattamente tra un anno?
Il 19 novembre 2015 in Italia.
Secondo me dovevano spiegare il significato della canzone come nel libro e l’importanza del lago e devo ammettere che ci sono rimasto malissimo per la mancanza del sangue nella scena che Peeta avverte Katniss, ma per il resto è un film riuscitissimo! Non ho fatto altro che piangere e stritolare le mano alla mia migliore amica e la scena dello strangolamento credo sia una delle scene più riuscite avevo un tamburo al posto del cuore anche se avevo letto il libro e sapevo cosa sarebbe successo!
MAGNIFICO!