La prima versione de Il Canto della Rivolta – Parte 2 aveva ottenuto il Rating R

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È ormai terminata la programmazione di Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 2 nei cinema, ma il film continua a far parlare di sé grazie alle dichiarazioni rilasciate dal suo regista, Francis Lawrence. La prima versione del film presentata alla MPAA (Organizzazione Americana dei Produttori Cinematografici) aveva addirittura ottenuto il Rating R, ovvero l’obbligo di accompagnamento di un adulto per minori di 17 anni. Scoprite perché nell’articolo.

Il film, come sappiamo, alla fine ha ottenuto la censura PG-13 per le “intense sequenze di violenza e azione e per le tematiche affrontate”. Questo tipo di censura richiama fortemente l’attenzione dei genitori e avverte che i contenuti del film potrebbero essere inappropriati per bambini al di sotto dei 13 anni. Il Rating R, invece, avrebbe allontanato drasticamente i più giovani dalle sale cinematografiche dal momento che avrebbe previsto l’obbligo di accompagnamento di un adulto per i minori di 17 anni.

Ecco cosa ha dichiarato il regista a Collider:

“Sapevamo fin dall’inizio che Il Canto della Rivolta, soprattutto la Parte 2, sarebbe stato il più complicato da gestire in termini di censura. Avevamo intenzione di mostrare tutti gli eventi principali presenti nel libro, come Boggs che perde le gambe su una mina, Prim, le bombe, i bambini uccisi e tutto il resto. Quando abbiamo iniziato a progettare le varie fasi di queste sequenze eravamo consapevoli di come avremmo dovuto trattare queste scene.

L’idea che avevamo era quella di esplorare le conseguenze della violenza, mostrando non lo spargimento di sangue e le immagini cruente, ma le conseguenze e gli effetti emotivi, l’impatto della violenza sui personaggi. Spesso, quindi, quello che accade è implicito o nascosto dal fumo. Il nostro intento era, dunque, quello di concentrarci sull’intensità emotiva di queste scene. La cosa ingannevole è che questa stessa intensità emotiva può essere abbastanza per incorrere nel Rating R. Si tratta di una grande zona grigia del sistema della censura.

Il film non è molto diverso ora, ma per quattro o cinque volte abbiamo presentato materiali differenti alla MPAA (Motion Picture Association of America), al fine di ottenere la giusta censura”.

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Il cast a Parigi, il 13 maggio 2014, per le riprese della morte di Boggs.

Alcune scene di violenza sono descritte in modo molto vivido nel libro: come la morte di Boggs o una bambina di Capitol City che viene uccisa mentre sta piangendo sul corpo della madre. I dettagli più cruenti sono, invece, quasi del tutto assenti dal film.

“Abbiamo ottenuto un Rating R con il primo montaggio che abbiamo mostrato alla MPAA. A quel punto, invece del sangue, abbiamo deciso di mostrare scene come quella della bambina con il cappotto giallo che piange sul corpo della madre. Ma anche un’immagine come quella, di una bambina che si dispera sul cadavere della madre, è considerata piuttosto intensa. Quindi è stata tutta questione di trovare la giusta durata per sequenze come questa. Perché, appunto, l’intensità emotiva di una scena può fare la differenza tra una R e un PG-13”.

Cosa ne pensate? Ritenete che il libro sia stato più realistico nel descrivere le scene di guerra rispetto al film?

  1. Natniss

    Credo che tutta l’opera vada spiegata ai ragazzi ma non allontanati da essa perché violenta… Al telegiornale si vede di peggio ed è reale… Preferirei spiegare le cose “brutte” ai miei figli attraverso un qualcosa che non è reale per far capire loro che purtroppo esiste anche il male. È inutile proteggerli e farli vivere in un mondo di favole… Quando poi si svegliano credo che sarebbe più faticoso il confronto con la realtà. Già dal primo HG è stato adottato uno stile perfetto per raccontare la storia senza eccessi di violenza e soprattutto senza ostentarla… Da quando ero piccola che guardo film con il bollino giallo o rosso da sola…non mi hanno arrecato danni rispetto alle cose reali che mi terrorizzano e come Katniss mi chiedo se sia giusto fare un figlio in questo mondo dove via via stanno scomparendo umanità e affetto per il prossimo… Che a volte solo nei libri e nei film si vedono e quindi è proprio in essi che vado a rifuggiarmi.

  2. Enea

    “L’idea che avevamo era quella di esplorare le conseguenze della violenza, mostrando non lo spargimento di sangue e le immagini cruente, ma le conseguenze e gli effetti emotivi, l’impatto della violenza sui personaggi. Spesso, quindi, quello che accade è implicito o nascosto dal fumo.” Mi é piaciuta veramente un sacco questa risposta di Francis, anche perché sono davvero contento che le scene tanto intense nella Capitale non siano state degradate a momenti splatter alla Games of Thrones che a parer mio avrebbero fatto allontanare l’attenzione dal senso drammatico che affliggeva i personaggi. E penso che abbiamo gestito veramente bene le scene di guerra dandogli il giusto tono angosciante che anche io leggendo avevo colto dal libro. Per rispondere alla domanda ^^^^ non saprei, penso che il libro sia stato più realistico in quanto libro, cioè più tendente alla descrizione accurata delle scene proprio perché é un libro e non un film….. per me era perfetto

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